Franco Buffoni

03.07.2025

Franco Buffoni: l'amore e l'identità che plasmano la sua poesia

Franco Buffoni (nato a Gallarate nel 1948) è una delle voci più lucide e coraggiose della poesia italiana contemporanea. Poeta, saggista, traduttore e docente universitario, Buffoni ha intrecciato fin dagli esordi una scrittura che non si limita al lirismo, ma si apre a interrogativi politici, storici e identitari. La sua opera è attraversata da una tensione civile che nasce da un'esperienza personale profonda e autentica, inclusa la dimensione amorosa e affettiva.

Il consorte come ispirazione poetica

Buffoni è apertamente omosessuale e non ha mai nascosto l'importanza dell'amore nella sua vita e nella sua scrittura. Il suo compagno, pur non essendo una figura esibita pubblicamente con nome e cognome, è spesso evocato nei versi come presenza concreta, affettuosa, testimone di un cammino condiviso. L'amore, nella sua poesia, non è mai un ornamento, ma un elemento fondante: corpo, desiderio, distanza e memoria si intrecciano in un discorso intimo e insieme universale.

Un amore che lascia tracce: "Jucci"

In un'opera fondamentale come Jucci, Buffoni racconta un amore giovanile che resiste al tempo e diventa mito personale. Jucci è una figura reale e insieme letteraria: compagna di vita e musa, legame che si fa radice profonda della memoria affettiva. La scrittura poetica, qui, non è solo esercizio stilistico ma tentativo di salvare ciò che il tempo consuma: una persona, una relazione, una stagione interiore.

Sessualità, memoria e responsabilità civile

Con raccolte come Avrei fatto la fine di Turing, Buffoni affronta in modo diretto la questione dell'omosessualità in un contesto storico e sociale che ha spesso represso, taciuto o condannato. Le sue poesie parlano della vergogna, della paura, ma anche della liberazione e del coraggio di esistere. L'identità personale si riflette in quella collettiva: il "privato" si fa materia politica e civile.

Il consorte come figura poetica

Anche quando resta anonimo, il compagno di Buffoni è presente come interlocutore silenzioso, destinatario di versi, complice affettivo, parte viva di un universo poetico che rifiuta la finzione e abbraccia la verità. La sua figura non è mai idealizzata né nascosta: è reale, concreta, quotidiana, e proprio per questo preziosa. In un tempo in cui la poesia spesso si rifugia nell'astrazione, Buffoni ci ricorda che si può essere profondamente lirici parlando della realtà, dell'amore vissuto, delle relazioni vere.

La vita dei poeti, in Buffoni, è vita piena: di sentimenti, di conflitti, di memoria. E il compagno che cammina al suo fianco, pur nel riserbo, diventa parte inscindibile della sua voce poetica. In fondo, non c'è poesia più necessaria di quella che nasce da una verità condivisa.


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